A – Fin dall’inizio la vita si è manifestata in numerose forme. Molte specie, non essendosi adattate ad ambiente e circostanze nuove, sono scomparse.
Gli esseri viventi hanno bisogni che trovano soddisfazione nel loro ambiente, il che, nell’ambiente naturale, si traduce in movimento e cambiamento continui.
La relazione è instabile e squilibrata, provocando nell’organismo risposte che tendono a compensare tale squilibrio e poter così mantenere la struttura che, altrimenti, scomparirebbe bruscamente.
Vediamo dunque la natura vivente dispiegarsi con un’ampia varietà di forme in un ambiente dalle caratteristiche numerose, diverse e mutevoli, con alla base semplici meccanismi di compensazione rispetto ad uno squilibrio che mette in pericolo la permanenza della struttura.
B – Nell’organismo, affinché questo possa sopravvivere, l’adattamento al cambiamento esterno implica anche un cambiamento interno.
Quando tale cambiamento interno non si produce, gli esseri viventi iniziano a scomparire e la vita sceglie altre forme per continuare ad espandersi in modo crescente.
B1 – In ambito vitale, il meccanismo di risposta come compensazione dello squilibrio è sempre presente. L’adattamento crescente è l’unica maniera per assicurare la permanenza all’interno della dinamica dell’instabilità in movimento.
Il meccanismo di compensazione rispetto all’ambiente esterno, nonché rispetto alle carenze interne, va inteso come adattamento.
C – In particolare, la vita animale si sviluppa secondo funzioni di nutrimento, riproduzione e locomozione*. Queste funzioni mettono costantemente in relazione l’organismo con il suo ambiente esterno, mantenendo la stabilità interna della struttura, il che si esprime in forma più specializzata come “istinto” di conservazione e riproduzione.
* Naturalmente queste funzioni sono presenti anche nella vita vegetale e persino negli esseri unicellulari). L’istinto di conservazione mantiene la struttura individuale, quello di riproduzione quella della specie. In questa preparazione degli organismi a conservarsi come individui e perpetuarsi come specie si esprime l’inerzia (diremmo la “memoria”), che tende ad assicurare la permanenza e la continuità, nonostante le variazioni.
C1 – Anche nell’ambiente interno c’è una mobilità (locomozione), relativa al trasporto di sostanze che saranno assimilate dagli organismi (nutrimento); una riproduzione relativa alla generazione e rigenerazione di tessuti e di individui all’interno della stessa specie.
Nelle specie animali, le funzioni di nutrizione e riproduzione per potersi sviluppare avranno bisogno della locomozione, che permette di muoversi nello spazio per conseguire alimenti.
D – La tendenza a ricercare fonti di rifornimento di cibo nell’ambiente e a fuggire o nascondersi in presenza di pericoli (istinto di conservazione e riproduzione) dà agli esseri viventi direzione e mobilità. Queste tendenze formano un complesso di tropismi, che nella forma più semplice si esprime nel rispondere ad uno stimolo. Questo meccanismo minimo si manifesta in maniera ogni volta differente e complessa.
Queste tendenze particolari di ciascuna specie formano un complesso di tropismi; il tropismo più semplice consiste nel rispondere a uno stimolo. Questa minima operazione, vale a dire la risposta a un elemento estraneo all’organismo, che provoca uno squilibrio nella struttura, al fine di compensarne e ristabilirne la stabilità, si manifesta in maniera ogni volta differente e complessa.
D1 – Tutte le operazioni lasciano “impronte”. Questa possibilità di registrazione è di fondamentale importanza per la permanenza della struttura, dati un ambiente esterno mutevole e uno interno variabile. Le registrazioni di “impronte” (memoria) permetteranno di rispondere in base a esperienze precedenti, il che libererà energia, rendendola disponibile per nuovi passi evolutivi.
L’organismo tende all’ambiente per adattarsi ad esso e sopravvivere, ma per farlo dovrà vincere varie resistenze. L’ambiente offre possibilità ma anche inconvenienti e, per superare le difficoltà e vincere le resistenze, bisogna investire energia, cioè compiere un lavoro che richiede energia. Tale energia disponibile sarà occupata nel lavoro di vincere le resistenze ambientali e, fino a che le difficoltà non saranno superate e il lavoro non sarà terminato, non ci sarà nuova energia disponibile.
D2 – Senza disponibilità energetica non è possibile compiere attività sempre più complesse di adattamento crescente, affinché l’energia libera disponibile possa essere investita in nuovi passi dell’evoluzione.
D’altra parte, le condizioni ambientali si presentano all’organismo in sviluppo come alternative di scelta e le “impronte” contribuiscono a permettere di decidere rispetto alle diverse alternative di adattamento. Inoltre, tale adattamento si dà cercando, tra le varie alternative, quella che implica la minor resistenza e il minor sforzo. Lo sforzo minore è quello che richiede un minor dispendio di energia, perciò, contemporaneamente a vincere le resistenze, bisognerà farlo con il minimo di energia possibile, affinché l’energia libera disponibile possa essere investita in nuovi passi dell’evoluzione.
D3 – In ciascun momento evolutivo c’è una trasformazione, tanto dell’ambiente quanto dell’essere vivente. Abbiamo qui un interessante paradosso: per conservare la propria unità, la struttura dovrà trasformare l’ambiente e nello stesso tempo trasformare se stessa.
Sarebbe sbagliato pensare che le strutture viventi cambino e trasformino solo l’ambiente, giacché tale ambiente cresce in complessità e non è possibile adattarvisi mantenendo l’individualità esattamente come è stata creata all’inizio. È questo il caso dell’uomo, il cui ambiente, col passare del tempo, smette di essere unicamente naturale per diventare anche sociale e tecnico. Le complesse relazioni esistenti tra gruppi sociali e l’esperienza sociale e storica accumulata generano un ambiente e un contesto nel quale sarà necessaria la trasformazione interna dell’uomo. In questo circolo virtuoso in cui la vita mostra di organizzarsi con funzioni, tropismi e memoria per compensare un ambiente variabile e così adattarvisi in modo crescente vediamo come sia necessaria anche una coordinazione (sia pur minima) fra tali fattori, affinché ci si possa orientare in modo opportuno alle condizioni più favorevoli allo sviluppo.
Nel momento in cui nasce questa minima coordinazione ecco che sorge lo psichismo, come funzione della vita in adattamento crescente, vale a dire in evoluzione.
E – Per compensare un ambiente variabile e così adattarvisi in modo crescente vediamo come sia necessaria anche una coordinazione (sia pur minima) fra funzioni, tropismi e memoria, affinché ci si possa orientare in modo opportuno alle condizioni più favorevoli allo sviluppo. Nel momento in cui nasce questa minima coordinazione ecco che sorge lo psichismo, come funzione della vita in adattamento crescente, vale a dire in evoluzione
La funzione dello psichismo consiste nel coordinare tutte le operazioni di compensazione dell’instabilità dell’essere vivente rispetto al suo ambiente.
Senza coordinazione gli organismi risponderebbero parzialmente, senza completare le diverse componenti, senza mantenere le relazioni necessarie e, in definitiva, senza conservare la struttura nel processo dinamico di adattamento.