A. Se osservo un fenomeno esterno e se di tale fenomeno ho un determinato registro, le variazioni che esso subirà produrranno modificazioni anche nel mio registro interno.
B. Esiste una corrispondenza tra il movimento dell’occhio, mentre percepisce un’immagine, e determinati movimenti nel mio spazio interno di rappresentazione.
A sinistra: stimoli costituiti da un segmento con vari orientamenti
A destra: risposte delle cellule della corteccia visiva del gatto alla presentazione dello stimolo luminoso
Da “Occhio, cervello e visione” D. H. Ubel, Zanichelli
C. Per comprendere ciò che accade internamente nel sistema di registro, è necessario studiare il movimento dell’occhio quando segue determinati fenomeni di percezione.
Abbiamo osservato, in precedenza, che l’immagine interna che si forma nella coscienza può corrispondere o no ai dati percettivi esterni. Ma se questi ultimi risultano codificati come registri, allora la dinamica dei dati esterni determina una corrispondente dinamica di registri interni.
In questo senso, se osservo un fenomeno e se di tale fenomeno esterno ho un determinato registro, le variazioni che esso subirà produrranno modificazioni anche nel mio registro interno.
Se si osserva una linea nello spazio esterno e questa linea è seguita dall’occhio in una determinata direzione, si noterà, attraverso il registro interno, lo stesso spostamento nello spazio interno di rappresentazione. Dunque ciò che accade nell’occhio accade anche nello spazio di rappresentazione.
Se l’occhio vede o segue una linea che traccia un cerchio, anche nello spazio di rappresentazione interna apparirà la dinamica della linea che va formando quel cerchio.
Quindi non è indifferente il tipo d’immagine che mi appare all’esterno, dato che l’immagine interna che le corrisponde effettuerà, in dipendenza da essa, determinati movimenti nel mio spazio interno e si collocherà in certe profondità, in certi punti specifici di tale spazio.
È sufficiente, allora, studiare il movimento dell’occhio quando seguendo determinati fenomeni di percezione per comprendere ciò che accade internamente nel sistema di registro.
Esistono molti testi sulla simbolica dove l’elemento comune è una miscela confusa. Sfortunatamente siamo abituati a vedere presentazioni di scene di segni, di simboli e di allegorie mescolate con interpretazioni estremamente soggettive e prive di fondamento, dove l’autore generalmente si limita a seguire le sue catene associative; inizialmente non sono esposte le “regole del gioco” pertanto il lettore non capisce come sta “giocando” l’autore del libro. Normalmente i libri sulla simbolica tendono ad essere presentazioni di simboli, segni e allegorie, seguite da profuse spiegazioni senza fondamento. In questi temi ci sembra opportuno questo commento, in quanto è necessario delimitare i campi ed esporre le regole di interpretazione per poter seguire con una certa coerenza il lavoro presentato.
Tornando alla nostra materia, diciamo che un simbolo è ben costruito quando coincide con l’immagine interna del produttore che in questo caso trasmette correttamente la sensazione che voleva produrre.