La discesa

Chiarimento sull’esperienza.(1)


I problemi che compaiono nella discesa sono in rapporto con difficoltà fisiche, generalmente di tipo respiratorio. Nel caso in cui esse non fossero presenti, i problemi di discesa possono essere legati ad incidenti sofferti nel passato, per esempio: essere rimasti chiusi in qualche luogo stretto, avere sperimentato asfissia o il pericolo di affogare, etc.Se si escludono anche i casi menzionati, le resistenze nella discesa rivelano il timore di ricostruire il proprio passato. Esse mostrano anche l’inquietudine che alcuni impulsi sfuggano al controllo della coscienza o della condotta. Tali impulsi sogliono essere idee o sentimenti ossessivi e atteggiamenti compulsivi che obbligano l’individuo a fare cose che non desidera.


Siamo in una piccola barca, in mare aperto.

Stiamo per levare l’ancora, ma notiamo che si è incastrata. Annuncio ai miei compagni che andrò a vedere che succede. Scendo per una scaletta entrando nell’acqua calma.

Nell’immergermi, vedo un branco di piccoli pesci, lo scafo dell’imbarcazione e la catena dell’ancora. Nuoto verso di essa e, servendomene, scendo.

Noto che posso respirare senza difficoltà, cosicché continuo a discendere lungo la catena fino a toccare il fondo, ormai poco illuminato.

L’ancora si è incastrata in alcuni relitti di metallo. Mi avvicino, tirando con forza verso l’alto. Il piano cede. Ho sollevato un coperchio che lascia allo scoperto un certo spazio quadrato attraverso il quale mi introduco. (*)

Nuoto a una maggiore profondità e, incontrando una corrente sottomarina fredda, ne seguo la direzione. Finisco col toccare una superficie liscia, a tratti ricoperta dalla vegetazione marina. Risalgo senza allontanarmene. Via via che riaffioro, percepisco un maggior chiarore. (*)

Emergo in uno specchio d’acqua dentro una caverna diffusa mente illuminata. Salgo su una specie di piattaforma. Faccio alcuni passi e scopro dei gradini. Comincio a discenderli cauta mente. Il piccolo passaggio si restringe sempre più, mentre continuo a scendere la scala, ora molto sdrucciolevole. Vedo delle fiaccole accese e disposte a intervalli regolari. Ora la discesa è quasi verticale. L’ambiente è umido e soffocante. (*)

Un’inferriata arrugginita, a mo’ di porta, impedisce il passaggio. Spingo e si apre cigolando. La scala è terminata e adesso c’è soltanto una rampa fangosa che percorro con cautela. L’odore è appiccicoso, quasi sepolcrale. (*)

Una raffica di vento minaccia di spegnere le torce. In fondo, sento il mugghiare di un mare in burrasca che si abbatte sugli scogli. Comincio a nutrire dei dubbi circa il mio ritorno.

Il vento fischia con violenza, spegnendo la fiaccola più bassa. A questo punto incomincio a salire tenendo a freno il pungolo della paura. Lentamente risalgo per la rampa fangosa.

Raggiungo la porta arrugginita. E` chiusa… L’apro di nuovo e continuo a salire faticosamente per le scale quasi verticali, mentre le torce continuano a spegnersi dietro di me.

Mi muovo con cautela, perché la scala di pietra è sempre più sdrucciolevole.

Ho raggiunto la grotta. Arrivo sulla piattaforma e mi immergo nello specchio d’acqua proprio nell’istante in cui si spegne l’ultima luce.

Discendo verso il fondo, toccando la superficie liscia ed erbosa. Tutto è al buio. (*)

Nell’avvertire una corrente fredda, nuoto in direzione opposta con grande difficoltà. (*)

Riesco ad uscire dalla corrente. Adesso salgo verticalmente, finché urto in un soffitto di pietra. Cerco in tutte le direzioni nella speranza di trovare lo spazio quadrato. (*)

Ci sono arrivato. Passo attraverso l’orifizio. Adesso libero l’ancora dalla sua trappola e vi poso sopra i piedi mentre scuoto la catena per avvisare i miei compagni.

Dall’alto stanno issando l’ancora, con me come passeggero. Lentamente lo spazio acquatico si va illuminando, mentre vedo un incantevole arcobaleno di esseri sottomarini.

Emergo. Lascio andare la catena e, aggrappandomi alla scaletta della barca, salgo fra gli evviva e gli scherzi dei miei amici. (*)


Raccomandazione

Osservare se nella vita di tutti i giorni si presentano le resistenze che sono comparse nell’esperienza. Inoltre, se durante l’esperienza o durante qualche ripetizione di essa, sono state vinte le difficoltà apparse, confrontare questo superamento con le situazioni reali in cui com parivano i problemi e verificare se c’è stato effettiva mente un progresso.

Nota dell’autore (1)

Un commento curioso: « Quando ho sollevato la botola sul fondo del mare, ho visto che si trattava del sepolcro di mio padre. Allora, tutto ad un tratto, ho compreso quella strana sensazione che mi ha accompagnato per anni, quando cercavo di nuotare sott’acqua o sem plicemente di immergermi. Mi sono anche reso conto del significato dell’inquietudine che provo quando scendo le scale o uso l’ascensore e inoltre del terrore che mi provoca un possibile « abbassamento» del mio stato sociale. Credo di comprendere che non ho risolto un forte sentimento di colpa che sperimento quando evoco l’immagine di mio padre; però ora so che se egli fosse vivo mi avrebbe perdonato. Oltre a questo, ho ora una grande curiosità di sperimentare il più presto possibile che cosa mi succederà quando proverò ad immergermi nell’acqua ». In seguito il praticante riferì all’istruttore di aver fatto molti tipi di prove in acqua, per le scale e in ascensore, e di aver verificato che aveva superato le sue apprensioni. Altrettanto gli era successo con il suo « terrore di perdere il suo status sociale ». L’uomo gli spiegò infine che la cosa più importante era la sensazione di essersi riconciliato con il padre.


N.d. redazione: il testo segnato con (1) relativo ai chiarimenti, raccomandazioni e note era presente nella edizione del 1980, l’autore nella revisione eseguita nel 1988, lo ha sostituito con le attuali note. Il libro è stato così pubblicato nel 1989 in 16 lingue.

La redazione ha ritenuto utile inserire il succitato testo originario in quanto permette un’ approfondimento delle narrazioni e dei giochi di immagine, non solo come opere letterarie, ma come “modello di meditazione dinamica, il cui oggetto è la vita di chi medita e la cui intenzione è individuare e superare i conflitti.

Le esperienze guidate permettono, a coloro che le praticano,di riconciliarsi con se stessi, superando le frustrazioni ed i risentimenti passati, ordinando le attività presenti e dando al futuro un senso che elimini le angosce, i timori ed il disorientamento.

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