Le nuvole

Chiarimento sull’esperienza. (1)


Questa esperienza fornisce alcuni elementi utili affinchè il praticante possa sviluppare immagini di movimenti fisici liberi e contemporaneamente possa riconoscere le sensazioni gratificanti. Si tratta di un lavoro semplice che produce registri di rilassamento delle tensioni mentali e che offre la possibilità di osservare i problemi quotidiani in una prospettiva più ampia e calma; in questo stato essi possono essere risolti meglio.


In piena oscurità sento una voce che dice: “In quel tempo non c’era né l’esistente né il non-esistente; non c’era aria, né cielo e le tenebre erano sopra la faccia dell’abisso. Non c’erano esseri umani, né un solo animale, uccello, pesce, granchio, legno, pietra, caverna, precipizio, erba, foresta. Non c’erano galassie né atomi… non c’erano nemmeno supermercati. Allora, nascesti tu e cominciò il suono e la luce e il caldo e il freddo e l’aspro e il dolce”.

La voce tace e mi rendo conto che sto salendo su una scala mobile all’interno di un enorme supermercato.

Ho superato diversi piani e adesso vedo che il soffitto dell’edificio si apre e la scala continua a trasportarmi lenta mente e comodamente verso un cielo terso.

Vedo laggiù in basso, piccolissimo, l’edificio. L’atmosfera è intensamente azzurra. Sento con piacere la brezza che fa svolazzare i miei abiti; allora inspiro placidamente l’aria. Tagliando un morbido strato di vapore, mi ritrovo in un mare di bianchissime nuvole.

La scala si piega, distendendosi in modo da permettermi di camminarci sopra come fosse un sentiero. Andando avanti, noto che sto procedendo su un pavimento di nuvole.

I miei passi sono molto armonici. Posso fare dei lunghi salti a causa della gravità che è assai debole. Ne approfitto per fare delle piroette, cadendo di schiena e rimbalzando di nuovo in alto, come se un gran materasso elastico mi sospingesse ogni volta. I movimenti sono lenti e la mia libertà d’azione è totale. (*) Sento la voce di una vecchia amica che mi saluta. Poi, la vedo avvicinarsi in una stupenda corsa. Ci abbracciamo ancora correndo, rotoliamo e rimbalziamo più volte facendo ogni genere di figure, ridendo e cantando. (*)

Alla fine ci mettiamo a sedere e a quel punto lei tira fuori dai suoi abiti una canna da pesca ripiegata che va allungando. Prepara gli accessori, ma al posto dell’amo applica una calamita a forma di ferro di cavallo. Poi comincia a manovrare il rocchetto e la calamita prende ad attraversare il pavimento di nuvole…

Dopo un po’, la canna incomincia a vibrare e lei grida: “Abbiamo buona pesca!”. Subito si mette a raccogliere gli attrezzi finché emerge, attaccato alla calamita, un gran vassoio. Su di esso c’è ogni tipo di cibo e bevande. Il tutto è accuratamente guarnito. La mia amica deposita il vassoio e ci disponiamo per il gran festino. Tutto quello che assaggio ha un sapore squisito. La cosa più sorprendente è che la roba da mangiare non diminuisce. Sta di fatto che compaiono dei piatti al posto di altri semplicemente avendone il desiderio, e così mi appresto a scegliere quelli che ho sempre avuto voglia di mangiare e li consumo con grande godimento. (*)

Infine sazi, ci stendiamo supini sul soffice materasso di nuvole, raggiungendo una stupenda sensazione di benessere. (*)

Sento il mio corpo tutto morbido e tiepido, completamente rilassato, mentre pensieri piacevoli mi attraversano la mente. (*) Noto che non ho nessuna fretta, né inquietudine, né desideri, come se potessi fare assegnamento su tutto il tempo del mondo per me solo. (*)

In tale stato di completezza e benessere, mi metto a pensare ai problemi che avevo nella vita di tutti i giorni e mi rendo conto che posso affrontarli senza inutili tensioni, in modo che le soluzioni mi appaiono semplici e chiare. (*)

A un certo momento sento la mia amica dire: “Dobbiamo tornare”. Mi alzo e, facendo qualche passo, mi accorgo di stare sulla scala mobile. Dolcemente questa si piega all’ingiù penetrando il pavimento di nuvole. Percepisco un tenue vapore, mentre comincio la discesa verso terra.

Mi sto avvicinando all’edificio, nella parte superiore del quale entra la scala mobile.

Sto scendendo i diversi piani del supermercato. Vedo ovunque gente intenta a scegliere gli oggetti da comprare.

Chiudo gli occhi e sento una voce che dice: “In quel tempo non c’era né timore, né inquietudine, né desiderio, perché il tempo non esisteva”.(*)


Raccomandazione.

Osservare quali sono le difficoltà relative alla libertà di movimento che si sono presentate durante l’esperienza, e confrontarle con i problemi quotidiani dello stesso tipo o con limitazioni dell’espressione corporea. Verificare se nelle stato di rilassamento mentale ottenuto durante l’esperienza, i problemi quotidiani possono essere ridimensionati e corretti meglio di come avviene abitualmente.
Se, ripetendo l’esperienza, si riescono a vincere le resistenze, osservare nella vita di tutti i giorni gli effetti corrispondenti.

Note dell’autore

Questo lavoro ha lo stesso titolo della commedia che Aristofane fece rappresentare nel 424 a.C. In tutta l’esperienza c’è un sottofondo allegro e burlesco in omaggio all’intenzione dell’opera greca. La voce che si sente all’inizio sintetizza in una sola frase le « genesi» di tre opere importanti. Così, il cantico della creazione del Rigveda, ci dice: « In quel tempo non c’era nè l’esistente nè il non- esistente; non c’era regno dell’aria, nè del cielo, al di là di esso». In quanto alla frase « Le tenebre erano sopra la faccia dell’abisso», è testuale ed è tratta dal primo libro di Mosè (Genesi 1,2). E il brano: «Non c’erano esseri umani nè un solo animale, uccello, pesce, granchio, legno, pietra, caverna, burrone, erba, foresta », deriva dalla «genesi» del Popol-Vuh (Libro del Consiglio degli indiani Quichès, secondo il manoscritto di Chichicastenango). Il passo:« Non c’erano galassie nè atomi», riprende la teoria del Big-Bang, ci colloca nella dimensione del giornalismo attuale e permette di collocare il lettore nella nostra epoca. E, infine, nella frase “non c’erano neppure supermercati”: si tratta della dichiarazione di una bambina di quattro anni. L’aneddoto è questo: “ Dimmi, Nancy, come era tutto prima che cominciasse il mondo? “ “ Non c’era papà, nè mamma”ri spose la piccola, “ non c’erano nemmeno supermercati ».

Nota (1)

In merito ai commenti fatti su quest’esperienza riportiamo quello di una signora di Monaco di Baviera: « Mentre salivo sulla scala mobile, ho guardato indietro; allora mi sono resa conto che il supermercato mi seguiva. Poi, quando sono arrivata sulle nuvole, il supermercato mi è rimasto attaccato alle spalle. Ho compreso che nella vita di tutti i giorni mi succedeva la stessa cosa con gli oggetti di consumo. Allora mi sono detta: ecco, vedo ‘laggiù un caro amico, debbo interes sarmi a lui. Grazie a questo il supermercato è sparito ed ho potuto continuare l’esperienza. Tutto questo però mi ha lasciato una certa inquietudine: ‘debbo cambiare in breve tempo il mio rapporto con gli oggetti ».


N.d. redazione: il testo segnato con (1) relativo ai chiarimenti, raccomandazioni e note era presente nella edizione del 1980, l’autore nella revisione eseguita nel 1988, lo ha sostituito con le attuali note. Il libro è stato così pubblicato nel 1989 in 16 lingue.

La redazione ha ritenuto utile inserire il succitato testo originario in quanto permette un’ approfondimento delle narrazioni e dei giochi di immagine, non solo come opere letterarie, ma come “modello di meditazione dinamica, il cui oggetto è la vita di chi medita e la cui intenzione è individuare e superare i conflitti.

Le esperienze guidate permettono, a coloro che le praticano,di riconciliarsi con se stessi, superando le frustrazioni ed i risentimenti passati, ordinando le attività presenti e dando al futuro un senso che elimini le angosce, i timori ed il disorientamento.


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