Il bambino

Chiarimento sull’esperienza di riconciliazione con il passato. (1)


La scena è collocata nell’infanzia perché l’esperienza cerca di far risaltare i primi registri di ingiustizia. Oltre a questo, essa cerca di chiarire la sensazione di ingiustizia che viene sperimentata nel presente; i due contenuti — apparentemente separati — vengono confrontati in modo che il praticante trovi tra di essi un rapporto che gli permetta di integrarli entrambi in uno stesso sistema di comprensione. L’intenzione dell’esperienza è quella di permettere una liberazione da sentimenti negativi che, per autocompassione, limitano il comportamento nel mondo delle relazioni.


Cammino in aperta campagna. E` mattina molto presto. A mano a mano che procedo mi sento sempre più sicuro e lieto.

Arrivo a individuare una costruzione dall’aria antica. Sembrerebbe fatta di pietra. Anche il tetto a due spioventi è come di pietra. Grandi colonne di marmo si stagliano sulla facciata.

Giungo davanti all’edificio e vedo una porta in metallo che si direbbe piuttosto pesante. Di colpo da un lato escono due animali feroci che mi si scagliano contro. Fortunatamente vengono trattenuti da catene ben tirate, a brevissima distanza da me. Non so come raggiungere la porta senza che questi animali mi attacchino e così gli butto un cartoccio con della roba da mangiare. Le bestie la trangugiano e si addormentano.

Mi avvicino alla porta. La esamino. Non scorgo né una serratura né un altro elemento atto ad aprirla. Comunque spingo dolcemente e il battente si apre con un rumore metallico di secoli.

Appare un ambiente molto lungo e tenuemente illuminato. Non riesco a vederne il fondo. A destra e a sinistra ci sono dei quadri che arrivano fino a terra. Sono grandi come persone. Ognuno di essi rappresenta una scena diversa. Nel primo alla mia sinistra si vede un uomo seduto a un tavolo, sul quale sono sparsi delle carte, dadi e altri elementi di gioco. Resto ad osservare lo strano cappello che copre il capo del giocatore.

Allora cerco di accarezzare il dipinto sulla parte del cappello, ma non avverto alcuna resistenza la tatto, mentre il mio braccio entra nel quadro. Introduco una gamba e poi tutto il mio corpo all’interno del quadro.

Il giocatore solleva una mano ed esclama: “Un momento, non può entrare se non paga l’ingresso!”

Mi frugo addosso, tiro fuori una pallina di vetro e gliela do. Il giocatore fa un gesto affermativo e io passo di fianco a lui.

Mi trovo in un parco di divertimenti. E` sera. Dappertutto vi sono giochi meccanici pieni di luce e movimento… però non si vede un’anima.

Ma poi scorgo accanto a me un ragazzino di una decina d’anni. E` di spalle. Mi avvicino e, quando si volta a guardarmi, mi accorgo che sono io stesso bambino. (*)

Gli chiedo che cosa faccia lì e mi dice qualcosa che ha a che vedere con un torto che gli hanno fatto. Scoppia a piangere e io lo consolo, promettendogli di portarlo verso i giochi. Lui insiste su quel torto. Allora, per riuscire a capirlo, provo a ricordare quale possa essere stato il torto da me subito a quell’età. (*) Ora ricordo e, per qualche ragione, mi rendo conto che somiglia a quello che subisco attualmente. Rimango lì a pensare, ma il piccolo continua a piangere. (*)

Allora gli dico: “Va bene, vado a sistemare questa faccenda del torto che a quanto pare mi stanno facendo. E perciò comincerò ad essere cordiale con le persone che mi creano questa situazione.” (*)

Vedo che il bambino ride. L’accarezzo e gli dico che ci rivedremo ancora. Mi saluta e se ne va tutto contento.

Esco dal parco, passando accanto al giocatore che mi guarda di sbieco. Contemporaneamente gli tocco il cappello e il personaggio mi strizza scherzoso l’occhio.

Emergo dal quadro e mi ritrovo nell’ambiente lungo. Allora, camminando a passi lenti, esco dalla porta. Lì fuori gli animali dormono. Passo in mezzo a loro senza sussultare.

La splendida giornata mi accoglie. Ritorno attraverso i campi, cantando e fischiettando, con la sensazione di aver fatto luce su una situazione che mi trascinavo appresso da molto tempo. (*)


Raccomandazione. (1)

E’ importante riconoscere le situazioni della vita di tutti i giorni nelle quali siamo soggetti a determinate ingiustizie. Il praticante dovrà domandarsi quali forme di ingiustizia subisce e, oltre a questo, se la maggior parte di esse (soprattutto quelle che sente importanti) si riferiscono alla stessa situazione e se sono legate ad un certo tipo di persone. Se quest’idea risulta chiara, non sarà difficile trovare un vincolo stretto tra quelle forme di ingiustizia ed esperienze infantili. Per quanto riguarda la conciliazione con le persone che producono tali « ingiustizie », diciamo che non si tratta di un compito facile; al contrario, la proposta di riconciliazione produce forti reazioni. Ciononostante, il superamento di quelle resistenze nella vita di tutti i giorni o, perlomeno, attraverso la ripetizione di questa esperienza guidata, può aprire nuove possibilità di comportamento e modificare il nostro punto di vista sul mondo di relazione in cui viviamo. 

Nota dell’autore

Il quadro attraverso il quale si entra nel parco di divertimenti si ispira alla prima carta dei “Tarocchi”. Si tratta della figura di un giocatore alla quale si sono sempre associati l’inversione della realtà, la sparizione e il trucco. E` parente del prestidigitatore e apre un filone di irrazionalità che permette di entrare nella dimensione del meraviglioso propizio al ricordo infantile.

Nota (1) : …Al termine di questa esperienza, un giovane di 27 anni ha fatto la seguente osservazione: «Durante quasi tutta l’esperienza sono rimasto all’erta, come preso da una specie di spavento, aspettando che gli animali di guardia all’entrata si svegliassero ed entrassero nel parco dei divertimenti. Quando si è trattato di ricordare un’ingiustizia subita nell’infanzia, mi sono apparsi all’improvviso due scarafaggi, che sono gli animali che mio fratello maggiore usava per spaventarmi quand’ero piccolo (questo fatto l’avevo dimenticato fino al giorno d’oggi, anche se la mia paura per gli scarafaggi è rimasta sempre costante). Quando ci è stato suggerito di riconciliarci con l’ingiustizia subita, ho compreso che la mia era una storia infantile senza importanza. Allora è scomparsa immediatamente la paura per gli animali posti a guardia della entrata, che erano, naturalmente, due enormi scarafaggi. Sono sicuro che questa scoperta farà scomparire la mia “fobia”.


N.d. redazione: il testo segnato con (1) relativo ai chiarimenti, raccomandazioni e note era presente nella edizione del 1980, l’autore nella revisione eseguita nel 1988, lo ha sostituito con le attuali note. Il libro è stato così pubblicato nel 1989 in 16 lingue.

La redazione ha ritenuto utile inserire il succitato testo originario in quanto permette un’ approfondimento delle narrazioni e dei giochi di immagine, non solo come opere letterarie, ma come “modello di meditazione dinamica, il cui oggetto è la vita di chi medita e la cui intenzione è individuare e superare i conflitti.

Le esperienze guidate permettono, a coloro che le praticano,di riconciliarsi con se stessi, superando le frustrazioni ed i risentimenti passati, ordinando le attività presenti e dando al futuro un senso che elimini le angosce, i timori ed il disorientamento.

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