Il nemico

Chiarimento sull’esperienza di riconciliazione con il passato. (1)


Quest’esperienza ha come obiettivo il raggiungimento di una riconciliazione con il passato ed in particolare con una persona alla quale siamo legati da una sequela di atti di risentimento. L’utilità di questa riconciliazione è ovvia ed i benefici che essa produce non solo modificano il nostro comportamento esterno, ma permettono anche di superare dei contenuti mentali oppressivi.


Mi trovo nel centro della città, nell’ora di punta. Gente e veicoli si muovono in fretta. Io pure mi muovo frettolosamente. All’improvviso tutto resta come paralizzato. Io soltanto rimango in movimento. Allora mi metto ad esaminare le persone. Mi soffermo a contemplare una donna e quindi un uomo. Giro loro intorno e li studio da vicino.

Poi salgo sul tetto di un’auto e da lì mi guardo attorno, verificando inoltre che vi è un silenzio generale.

Rifletto un istante e mi rendo conto che persone, veicoli e ogni genere di oggetti sono a mia totale disposizione. Immediata mente mi metto a fare tutto quello che mi pare, in modo così frenetico che di lì a poco mi sento estenuato.

Sono lì che riposo quando mi vengono in mente altre attività, cosicché mi rimetto a fare quello che mi gira senza la minima remora. Ma chi non ti vedo! Niente meno che il personaggio con cui ho diversi conti in sospeso. Credo in effetti che sia quello che più mi ha danneggiato in tutta la mia vita…

Poiché le cose non possono andare avanti così, do una toccatina al mio nemico e vedo che riacquista qualche movimento. Mi guarda con orrore e capisce al volo la situazione, ma è paralizzato e indifeso, ragion per cui comincio a dirgli tutto quello che mi passa per la testa, minacciandolo di prendermi una rivincita immediata.

So che sente tutto, ma non può rispondere, cosicché comincio a ricordargli tutte le occasioni in cui mi ha fatto soffrire. (*) Mentre sono impegnato con il mio nemico, compaiono camminando varie persone. Si fermano davanti a noi e cominciano ad infierire con domande sul malcapitato. Chiede perdono e si inginocchia, mentre i nuovi arrivati continuano ad interrogarlo.

Dopo un po’ dichiarano che una persona tanto infame non può continuare a vivere e lo condannano a morte.

Stanno per linciarlo, mentre lui chiede clemenza. Allora lo perdono. Tutti rispettano la mia decisione. Poi il gruppo si allontana in modo ordinato e noi restiamo di nuovo soli. Approfitto della situazione per completare la mia rivincita, di fronte alla sua crescente disperazione. Così finisco col dire tutto quello che mi sembra giusto. (*)

Il cielo si oscura violentemente e comincia a piovere forte. Mentre cerco riparo dietro una vetrina, vedo che la città riprende vita. I pedoni corrono, i veicoli procedono con cautela tra cortine d’acqua e raffiche di un vento da uragano. Continui lampi carichi di elettricità e forti tuoni avvolgono la scena, mentre continuo a guardare attraverso i vetri.

Mi sento del tutto rilassato, come vuoto, mentre guardo senza pensare a nulla.

In quell’istante compare il mio nemico in cerca di un riparo dal temporale. Mi si accosta e dice: “Che fortuna trovarsi insieme in una situazione come questa!”

Mi guarda timidamente. Lo riconforto con una bottarella sulla schiena, mentre si stringe nelle spalle. (*)

Comincio a passare in rassegna dentro di me i problemi dell’altro. Vedo le sue difficoltà, i fallimenti della sua vita, le sue enormi frustrazioni, la sua fragilità. (*)

Sento la solitudine di quell’essere umano che mi si rannicchia accanto tutto bagnato e tremante. Lo vedo sporco, in uno stato di patetico abbandono. (*)

Allora in un impeto di solidarietà gli dico che lo aiuterò. Lui non pronuncia una parola. Abbassa la testa guardandosi le mani. Mi accorgo che gli occhi gli si inumidiscono. (*)

La pioggia è cessata. Esco in strada e aspiro profondamente l’aria pulita. Poi mi allontano subito da quel luogo.


Raccomandazione. (1)

Determinare quali sono le resistenze e le contraddizioni che sorgono tra quello che si vorrebbe fare e dire e quello che effettivamente si fa e si dice nelle varie scene. Studiare se la riconciliazione prodotta durante l’esperienza modifica la condotta quotidiana relativamente al problema considerato. Se le resistenze verso la riconciliazione non sono state superate, si suggerisce di ripetere l’esperienza.

Nota dell’autore

La “paralisi” che domina buona parte del racconto consente di ricreare delle situazioni in cui molte emozioni perdono peso in quanto la dinamica delle immagini viene resa più lenta. E’ così che si può generare un clima di riconciliazione, aggiungendo che chi “perdona” viene a trovarsi in una posizione di superiorità rispetto a chi in un altro momento controllava la situazione, vale a dire, l’“offensore”.

Note (1): vediamo alcuni racconti fatti da persone di mezza età: a) – « L’esperienza mi è servita molto. Uno pensa sempre che se avesse l’opportunità di fare ciò che vuole, farebbe molte cose. Ma durante l’esperienza, dovendo affrontare una situazione di questo tipo, mi sono reso conto che non sapevo che cosa fare. Mi trovavo in uno stato confusionale e, in tutta sincerità, speravo che qualcuno mi dicesse che cosa fare ». b) – « Credo che questa esperienza sia molto significativa, perchè la vedo in diretto rapporto con la mia vita: i miei amici sono i miei nemici ». c) – «Quando il mio nemico si è messo in ginocchio ho sperimentato un sentimento di riconciliazione ». d) – « Mi sono reso conto che il mio nemico aveva le mie stesse caratteristiche ». e) – «E’ stata un’esperienza naturale, giacchè le immagini proposte apparivano senza difficoltà. Credo che chiunque possa riconoscere che, quando si affronta un nemico “immobile”, le immagini negative da cui si era presi, perdono forza ed appare un sentimento di riconciliazione ».


N.d. redazione: il testo segnato con (1) relativo ai chiarimenti, raccomandazioni e note era presente nella edizione del 1980, l’autore nella revisione eseguita nel 1988, lo ha sostituito con le attuali note. Il libro è stato così pubblicato nel 1989 in 16 lingue.

La redazione ha pubblicato il succitato testo originario in quanto permette un’ approfondimento delle narrazioni e dei giochi di immagine, non solo come opere letterarie, ma come “modello di meditazione dinamica, il cui oggetto è la vita di chi medita e la cui intenzione è individuare e superare i conflitti.

Le esperienze guidate permettono, a coloro che le praticano,di riconciliarsi con se stessi, superando le frustrazioni ed i risentimenti passati, ordinando le attività presenti e dando al futuro un senso che elimini le angosce, i timori ed il disorientamento.

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