Chiarimento sull’esperienza di riconciliazione con il passato. (1)
L’esperienza propone al praticante una revisione delle sue relazioni affettive; questa revisione deve permettergli di comprendere che, sia la ricerca di persone dell’altro sesso che gl’incontri, le rotture e le fantasie su di esse sono legati ad un nucleo, che è quello della coppia ideale; nella vita di tutti i giorni è difficile avvertire la presenza di questo nucleo; tuttavia è la sua azione che orienta la persona in direzioni determinate e che produce, talvolta, terribili delusioni quando la realtà non coincide con esso.
Camminando in uno spazio aperto, destinato ad esposizioni industriali, vedo capannoni e macchinari. Ci sono molti bambini ai quali sono destinati giocattoli meccanici di alta tecnologia.
Mi avvicino a un gigante fatto di materiale solido. E` in piedi. Ha una grossa testa dipinta a vivaci colori. Una scala arriva fino alla sua bocca. Sulla scala si arrampicano i piccoli fino all’enorme cavità e quando uno entra, questa si chiude dolcemente. Di lì a poco il bambino viene espulso dalla parte posteriore del gigante e scivola lungo un otto volante che termina sulla sabbia. Ad uno ad uno entrano ed escono, accompagnati dalla musica che sgorga dal gigante:
“Gargantua inghiotte i bambini con molta cautela, senza fargli male, Ha, ha, ha con molta cautela, senza fargli male.”
Mi decido a salire per la scala ed, entrando nell’enorme bocca, trovo un portiere che mi dice: “I bambini scendono con l’otto volante e i grandi con l’ascensore.”
L’uomo continua a dare spiegazioni, mentre scendiamo lungo un tubo trasparente. Ad un certo punto gli dico che dovremmo già essere a livello del suolo. Lui risponde che siamo appena lungo l’esofago, perché il resto del corpo si trova sottoterra, a differenza del gigante infantile che è tutto in superficie. “Proprio così, ci sono due Gargantua in uno” mi informa. “Quello dei bambini e quello dei grandi. Siamo molti piedi sotto il suolo… Abbiamo già passato il diaframma, così che presto arriveremo in un luogo molto simpatico. Guardi, ora che si apre la porta del nostro ascensore, ci si presenta lo stomaco… vuole scendere qui? Come vede, è un ristorante moderno, dove vengono serviti piatti di ogni parte del mondo.”
Dico al portiere che mi incuriosisce il resto del corpo. Allora continuiamo a scendere.
“Siamo già nel basso ventre” annuncia il mio interlocutore aprendo la porta. Ha una decorazione molto originale. Le pareti a colori cangianti sono delle caverne delicatamente tappezzate. Il fuoco centrale, nel mezzo del salone, è il generatore che fornisce energia a tutto il gigante. Le colonne, disseminate in punti diversi, consentono di giocare a nascondino… si può comparire e scomparire dietro di esse. E` più bello se i visitatori che partecipano sono molti. Bene. la lascio qui se così desidera. Basterà che si accosti all’ascensore perché la porta si apra e possa ritornare alla superficie. Tutto è automatico… una meraviglia, non le pare?”
Si chiude la porta e rimango solo in quel luogo. Ho l’impressione di trovarmi dentro il mare. Un grosso pesce passa attraverso di me e comprendo che i coralli, le alghe e le varie specie vive sono delle proiezioni tridimensionali che producono un incredibile effetto realistico. Mi siedo e resto a guardare senza fretta questo spettacolo rilassante.
All’improvviso vedo che dal fuoco centrale esce una figura umana con il viso coperto. Mi si avvicina lentamente. Fermandosi a breve distanza dice: “Buongiorno, sono un’olografia. Gli uomini cercando di trovare in me la loro donna ideale e le donne procedono in modo opposto. Sono programmata per assumere l’aspetto che lei cerca, ma qual è questo aspetto? Io non posso fare niente senza un piccolo sforzo da parte sua. Ma se ci prova, le sue onde encefalografiche saranno decodificate, amplificate, tra smesse e ricodificate di nuovo nel computer centrale, il quale a sua volta farà le ricomposizioni che mi permetteranno di andare profilando la mia identità.” Allora, che devo fare? – chiedo.
Le raccomando – spiega – di procedere nel seguente ordine. Pensi a quali tratti comuni hanno avuto tutte le persone con le quali si è legato affettivamente. Non faccia riferimento soltanto al corpo e alla faccia, ma anche al carattere. Per esempio: erano del tipo protettivo o, al contrario, ispiravano in lei il bisogno di dare loro protezione? (*)
Erano ardite, timide, ambiziose, menzognere, sognatrici o magari crudeli? (*)
E adesso qual è la cosa ugualmente sgradevole o riprovevole o negativa che avevano in comune? (*)
Quali erano i loro tratti positivi? (*)
In che cosa sono stati simili gli inizi di tutte queste relazioni? (*)
In che cosa è stata simile la loro fine? (*)
Cerchi di ricordare con quali persone ha avuto rapporti, senza che però le cose andassero a buon fine e perché non hanno funzionato? (*)
Ora, attenzione, comincerò ad assumere le forme che lei desidera. Mi dia delle indicazioni e io eseguirò alla perfezione. Sono pronta, dunque pensi: come devo camminare? Come sono vestita? Che cosa faccio esattamente? Come parlo? Dove siamo e che cosa facciamo?
Guarda il mio volto, così com’è. (*)
Guarda nella profondità dei miei occhi, perché ormai non sono più una proiezione, ma qualcosa di reale… Guarda in fondo agli occhi e dimmi dolcemente che cosa vedi in essi.” (*)
Mi alzo per toccare la figura, ma lei mi evita, scomparendo dietro una colonna. Quando ci arrivo, mi rendo conto che si è dileguata. Però sento sulla spalla una mano che vi si appoggia dolcemente, mentre qualcuno dice: “Non guardare indietro. Ti deve bastare sapere che siamo stati vicinissimi, tu ed io, e che, grazie a ciò, le tue ricerche si chiariranno.”
Nel momento in cui finisce la frase, mi volto per vedere chi mi sta accanto, ma riesco ad intravedere soltanto un’ombra che fugge. Contemporaneamente il fuoco centrale crepita e aumenta il suo fulgore fino ad abbagliarmi.
Mi rendo conto che la scenografia e la proiezione hanno creato l’ambiente propizio perché sorgesse l’immagine ideale. Questa immagine che è in me e che è arrivata a sfiorarmi, ma che per un moto incomprensibile di impazienza mi è scivolata tra le dita. So che mi è stata accanto e questo mi basta. So anche che il computer centrale non ha potuto proiettare un’immagine tattile come quella che mi sono sentito sulla spalla…
Raggiungo l’ascensore. La porta si apre e in quel momento sento un canto infantile:
“Gargantua inghiotte i grandi, con molta cautela, senza fargli male. Ha, ha, ha, con molta cautela, senza fargli male!”
Raccomandazione. (1)
Riconoscere nella vita di tutti i giorni i temi affrontati durante l’esperienza.
Nota dell’autore
L’immagine del gigante si ispira a Gargantua e Pantagruele di Rabelais. Il canto ricorda le feste dei Paesi Baschi e le canzoni che intonavano in corteo “giganti e nani dalle grosse teste”.
L’immagine olografica ricorda le proiezioni de La fine dell’infanzia di Clarke.Il tema della ricerca e l’allusione al “non guardare indietro” rimandano alla vicenda di Orfeo ed Euridice nell’Ade.
Nota (1). Il tema del gigante è ispirato al “Gargantùa e Pantagruel” di Rabelais. Per quanto riguarda l’immagine della coppia ideale, essa ricorda le proiezioni olografiche della « Fine dell’infanzia» di Clark.
Questo è stato il commento di un uomo ormai piuttosto maturo, che si dedica all’attività industriale: « Al l’improvviso mi sono sorpreso a sentire un forte « strattone » nel sesso, come se l’aumento dell’intensità del fuoco si fosse prodotta nel mio corpo. Ho la sensazione che i nostri gusti, i nostri amori, le nostre fantasie siano in rapporto non solo con l’educazione, ma soprattutto con il funzionamento del nostro corpo ».
N.d. redazione: il testo segnato con (1) relativo ai chiarimenti, raccomandazioni e note era presente nella edizione del 1980, l’autore nella revisione eseguita nel 1988, lo ha sostituito con le attuali note. Il libro è stato così pubblicato nel 1989 in 16 lingue.
La redazione ha ritenuto utile inserire il succitato testo originario in quanto permette un’ approfondimento delle narrazioni e dei giochi di immagine, non solo come opere letterarie, ma come “modello di meditazione dinamica, il cui oggetto è la vita di chi medita e la cui intenzione è individuare e superare i conflitti.
Le esperienze guidate permettono, a coloro che le praticano,di riconciliarsi con se stessi, superando le frustrazioni ed i risentimenti passati, ordinando le attività presenti e dando al futuro un senso che elimini le angosce, i timori ed il disorientamento.