Il Simbolo come risultato della trasformazione di ciò che è percepito in accordo con le necessità della coscienza

In questo campo si esprime la funzione compensatrice del simbolo come riferimento e come organizzatore dello spazio.

In Teothihuacàn (nelle vicinanze di Città del Messico) si osserva la funzione che compie la piramide all’interno della valle e cioè quella di ordinare e di dare un riferimento nello spazio piano circostante. Nel contempo, essendo questa un punto di osservazione e di dominio della distanza, compie anche un obbiettivo di difesa militare. Inoltre è stata utilizzata come “macchina” astronomica e come elemento di bellezza, potere, grandiosità e permanenza (figure 41, 42, 43 e 44).

 

Il simbolo espresso nella coscienza collettiva tende a definire il centro in un campo aperto e a consentire una permanenza nel tempo per la durevolezza dei suoi materiali. Le due categorie principali di tempo e di spazio giocano un ruolo importante per la mente collettiva nella strutturazione di questi simboli e nella loro funzione: ordinare spazi e rimanere nel tempo.

La necessità di dare riferimenti – non solo astratti – e di formalizzarli poi simbolicamente inquadrando spazi, è una necessità che appare nella coscienza dopo essersi manifestata nell’ambito dei sensi e della memoria.

E’ notevole il significato psichico della forma geometrica semplice ed invariabile. Agli occhi dell’osservatore, l’idea di immortalità e di resistenza al tempo che trascorre, è molto vicina all’universalità propria delle figure geometriche.

I grandi monumenti-simbolo di solito sono il risultato dell’impresa collettiva di tutto un popolo durante un lungo periodo di tempo. Questo progetto produce unità psicologica e politica, mentre assorbe risorse, occupa mano d’opera ed amplia aree di transito e sfruttamento per l’apertura di cantieri, cammini, sistemi di approvvigionamento, commercio, ecc… Nessun popolo può intraprendere costruzioni di tale monumentale importanza se la sua coesione interna, la sua base economica ed il suo sviluppo psichico non sono consolidati. Molte grandi opere sono considerate oggi come rovine di monumenti-simbolo, quando in realtà non furono mai completate per la mancanze di alcuni dei fattori menzionati. Altri tentativi erano concepiti all’interno di un piano grandioso e terminarono in maniera modesta, risultando degli assurdi costruttivi per gli osservatori a posteriore.

figura 45 - Shri Parshva
Figura 45 – Shri Parshva

Consideriamo anche il simbolo come espressione di produzioni non collettive nel quale si osserva, con facilità, la funzione compensatrice della coscienza di fronte ai dati della realtà (figura 45)

Nel Shri Parshva Yantra (pittura del Rajasthàn del secolo XVII^) si osserva una “mandorla” tantrica in cui due serpenti, rappresentativi dell’energia o “forza Kundalini”, sono obbligati ad attorcigliarsi in maniera tale da indicare i “chacras” o i centri di forza.

Questa allegoria serve, a sua volta, anche di inquadramento per la visione simbolica che include una croce tanatica, la quale si converte nel centro manifesto.

Questa croce assorbe l’attenzione verso il centro, facendo perdere energia ai centri manifesti della mandorla. Tutto il problema di movimento dell’energia che si sposta nell’allegoria si risolve concentrandola mediante un simbolo di doppio arco che porta l’energia ad un centro manifesto nella croce e che la trasforma e la sposta verso i poli di tensione mediante delle frecce indicatrici per farla poi circolare fra le due forme a mandorla.

Questa produzione simbolica si basa sui principi di concentrazione, di diffusione e di sviluppo dell’energia, il che svela, ancora una volta senza comprenderlo teoricamente, lo yoga tantrico, che comunque si esprime come simbolo trasformando realtà e manifestando verità semplici.

Le numerose difficoltà che si presentano per la comprensione teorica o verbale di un qualsiasi argomento, si risolvono, come abbiamo visto, nel campo della simbolica.

Quando alcune verità non sono comprese completamente, la sintesi simbolica compensa quelle difficoltà. Per questo motivo l’ornamento plastico, nei cosiddetti popoli primitivi, acquista una grande importanza in quanto traduce impulsi interni a livelli rappresentabili.

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