L’azione di forma del simbolo

Figura 66

Intendiamo per azione di forma l’attività che una persona registra come cambio di tono generale quando si colloca all’interno di un ambito.

Se si passa da un luogo ad un altro, e questo ha una forma differente, questa sensazione risulta più evidente che se si transita per due spazi di forma simile.

Questo è stato compreso molto bene dagli architetti di tutte le epoche e particolarmente dagli architetti religiosi che hanno disegnato le costruzioni dei templi-simbolo.

Diversi simboli che sono stati costruiti hanno continuato a manifestare nel tempo la loro azione di forma (figura 66)

Sia che si tratti di sfere, semisfere, coni, punte verso il cielo, cilindri, piramidi, zigurat, coni sovrapposti, ecc., tutte queste forme hanno continuato a mantenere la loro azione, nonostante le numerose applicazioni di allegorie ed altri elementi, che possono confondere l’osservatore.

L’azione di forma del simbolo esiste nella misura in cui è percepito. Se qualcuno si colloca all’interno di una stanza e non conosce il posto, il fatto che essa sia sferica o piramidale non ha per quella persona nessun significato. Ma se lo stesso personaggio, anche se avesse gli occhi bendati, e sapesse di essere incluso in una stanza piramidale, avrà registri di tensioni interne differenti da quelle che sperimenterebbe se sapesse di essere in uno spazio sferico.

Quando si ha un registro psicologico della forma del simbolo, questo agisce sulla rappresentazione interna. Ciò che influenza i fenomeni interni non è la forma che li circonda, ma la sensazione interna che corrisponde ad ogni rappresentazione, in quanto la forma in “sé” (indipendente dal fenomeno psicologico) non esercita alcun tipo di azione.

Questo fatto è di grande interesse se si vogliono comprendere numerose manifestazioni psicologiche che sono notevolmente influenzate dall’azione di forma di questi simboli, poiché lo studio dei simboli situati nello spazio esterno, ci interessa per prendere parametri rispetto a ciò che succede all’interno della mente.

Questi simboli, queste forme rappresentate nello spazio interno, sono importanti in quanto generano numerose tensioni tra i contenuti: a seconda del caso, alcuni contenuti si dinamizzeranno altri verranno esclusi, altri ancora inclusi. Si verrà a formare un sistema completo che dipenderà dal tipo di simbolo prodotto nella coscienza.

Quindi, lo studio iniziale da intraprendere su una costruzione è di tipo simbolico, e cioè ridurlo a forme semplici, geometriche, per poi studiarne i casi particolari.

Le figure dal numero 67 al numero 78 illustrano questo tema.

 

Nel tempio di Todai-Ji in Nara (figura 79) si può osservare il predominio delle forme a barca. Questo edificio è costruito in legno. Si suppone, allegoricamente, che questa è una costruzione celeste e che in questa specie di “cielo spirituale” naviga il tempio.

La struttura curvata verso l’alto, dal punto di vista morfologico, è una ricezione di forze dovute alla sua concavità ed è inoltre l’allegoria di una barca. Quanto detto è valido anche per le figure successive (figure 80, 81 e 82)

 

Esistono altri tipi di costruzioni dove la semisfera si impone sul resto dell’edificio (figure 83, 84) In molti luoghi del mondo si trovano riproduzioni di templi in grandezza ridotta che rappresentano fedelmente gli originali in tutte le loro forme. Questo aspetto si può osservare a volte nel caso di certe cupole (cibori). Molti personaggi del santorale, di diverse religioni, sostengono piccoli edifici nelle loro mani, facendo intendere, con quella allusione e quell’attributo simbolico, l’azione di forma che produrrebbero questi templi nel caso in cui fossero realizzati come grandi costruzioni (figure 85 e 86)

 

Si possono osservare inoltre modelli di costruzioni religiose nelle quali il sistema di minareti con sovrapposizione di sfere, semisfere e coni, si eleva verso il cielo, come accade nei templi mussulmani (figure 87, 88 e 89)

 

I templi buddisti tailandesi, con le loro tipiche forme triangolari e i loro terminali a forma di fiamma aiutano l’occhio ad orientarsi in quella stessa direzione (figura 90)

Nei templi greci e romani (anche quando all’esterno sono utilizzati dei triangoli), il “potere delle punte” si orienta in orizzontale, rafforzato dalla forma rettangolare della struttura delle colonne che, a loro volta, inquadra un altro rettangolo (figura 91)

Ci sono una infinità di forme miste, dove in diverse proporzioni, si combinano numerosi elementi e forme composte.
(figura 92)

L’azione delle forme si può anche analizzare osservando i portali e gli interni.
(figure 93 e 94)

Altrettanto succede esaminando le cripte religiose a spirale, e gli interni dei santuari con le loro navate, percorsi e scale, il tutto sviluppato avendo come riferimento il centro che è l’altare centrale (figure da 95 al 100)

 

Il tema dell’altare, come centro manifesto, è di grande interesse nella simbolica. In alcune occasioni è ubicato all’esterno della costruzione, come ad esempio negli zigurat (figure dal 101 al 104)

 

Il zigurat è una costruzione a piramide molto usuale nei popoli mesopotamici (sistema al quale hanno fatto riferimento anche gli egizi), consistente in una struttura gradinata dove nella sua parte finale, nella sommità di questa costruzione, si colloca l’altare religioso.

figura 105 - Stupa di Borobudur. Mandala architettonica piramidale. Jogijakarta, Java (Indonesia)
figura 105 – Stupa di Borobudur. Mandala architettonica piramidale. Jogijakarta, Java (Indonesia)
figura 106 - Grande Stupa di Sanchi, secolo III^ a.c. (India)
figura 106 – Grande Stupa di Sanchi, secolo III^ a.c. (India)

Negli stupa nepalesi si osserva un sistema gradonato di quadrati ed un insieme di semisfere; tutto quanto è incluso in un circolo centrale maggiore, che costituisce un vero “mandala” architettonico (figure 105 e 106)

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