VI^ ALLEGORICA

Prendiamo in esame ora come gli impulsi, quando attivano i sistemi di associazione, operano in generale e come sono legati all’emozione, coinvolgendo anche un’insieme di esperienze vissute che chiamiamo “climi”.

Nell’allegorica (come nella simbolica) vedremo anche le trasformazioni e le tensioni che operano nello psichismo, ma, in questo caso, considereremo i climi un’ elemento molto importante, una specie di filtro, di tinta con cui si coprono i contenuti interni e che agiscono coinvolgendo e colorando le esperienze vissute.

figura 114 - L' Incostanza, le Allegorie del Restello del Bellini. Accademia, Venezia (Italia)
figura 114 – L’ Incostanza, le Allegorie del Restello del Bellini. Accademia, Venezia (Italia)
figura 115 - La Grande Sfinge di Giza. (Egitto)
figura 115 – La Grande Sfinge di Giza. (Egitto)

Possiamo dire che generalmente le allegorie si manifestano come

un’immagine con un carattere molto dinamico all’interno della coscienza, plasmandosi in una specie di racconto di narrazione estremamente mobile (figura 114 e 115)

L’allegoria possiede la curiosa proprietà di muoversi, di modificarsi e di trasformarsi. Anzi, se essa non possiede questa capacità, siamo portati a sospettare che l’attività di strutturazione dello psichismo presenti dei problemi.

Normalmente una immagine allegorica, una volta uscita dal canale associativo possiede una mobilità, un sistema di trasformismi davvero curiosi grazie ai quali finisce per diventare una specie di narrazione che descrive un qualche processo. L’immagine allegorica si trasforma e diventa una storia.

Mentre le immagini simboliche sono fisse, le allegoriche sono immagini vive, che si muovono, che si trasformano, che compiono operazioni dentro se stessi. E’ sufficiente che si liberi un’immagine di questo tipo nel proprio spazio di rappresentazione perché essa acquisti vita propria ed agisca per suo conto.

Questa dinamica va continuamente trasformando i contenuti, va continuamente aprendo nuove strade. Pertanto, se colloco un simbolo nello spazio della rappresentazione interna, rimango fermo nel tempo, come immortalato in quel simbolo. Ma se vi colloco un’allegoria, questa comincia a danzare, per così dire, a spostarsi, a trasformarsi seguendo la corrente della coscienza la corrente dei processi psichici.

E’ chiaro che un´allegoria può anche essere spostata dal mondo interno a quello esterno ed essere magari collocata sotto forma di statua nel bel mezzo di una piazza. Fenomeni interni di questo tipo ammettono molte possibilità. Su questo punto c´è da dire che alcuni credono che le allegorie esistano veramente nel mondo esterno. Per esempio, sono molti a credere che angeli, demoni o rappresentazioni di questo genere abbiano una vita propria al di fuori della coscienza. Un´illusione di questo tipo è perfettamente in linea con la natura delle allegorie: queste possiedono una tale mobilità, una tale spontaneità che alla fine non siamo più noi a controllarle, ma esse a controllare noi.

La confusione tra fenomeni interni e fenomeni che esistono al di fuori della rappresentazione è un´illusione molto frequente che in genere si verifica per mancanza di sufficiente informazione sui processi psichici.

Se chiediamo di parlare ad una persona del “bene” e questa si concentra sul proprio mondo interno per comprendere questa parola, questo “bene” costituisce un segno a cui può corrispondere o no un registro codificato. Nel secondo caso si tratta di un segno senza significato, di una parola vuota che non dice niente internamente. Ma può anche darsi che abbia un qualche significato e che risvegli tutta una serie di catene associative.

Se questo è il caso, il “bene” potrà trasformarsi, per esempio, nell´immagine di una donna dotata di certe caratteristiche o in quella di alcune persone che svolgono una determinata attività: il processo di allegorizzazione scatta subito per cui un racconto, una storia sul “bene” comincia a prendere vita. Possiamo anche dire che le allegorie sono narrazioni trasformate in immagini, nelle quali molti elementi diversi si uniscono oppure si moltiplicano per allusione, come si osserva nei rilievi degli stupa indiani (figure 116, 117 e 118) dove i concetti astratti si concretizzano (figure 119, 120 e 121)

 

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